RESTAURO ARCHITETTONICO
Il recupero dell’antico Bagno Borbonico | Pescara

Località: Pescara (PE)_Abruzzo, Italia
Anno: 1997

Introduzione al progetto
Il restauro del Bagno Borbonico è l’interpretazione in chiave progettuale degli obiettivi di valorizzazione definiti con chiarezza dalla Direzione del Museo; i nuovi locali ospiteranno, nell’ambito del Museo delle Genti d’Abruzzo, la sezione BORGHESIA E RINASCIMENTO, proprio “…tra queste sale della Fortezza Cinquecentesca di Pescara, adibita a Bagno Penale Borbonico dal 1831 al 1860 furono imprigionati in catene i carbonari che lottavano per la libertà…” (D. de Pompeis).

E così dagli anonimi intonaci che mascherano la trama muraria, è possibile ricostruire le diverse fasi di crescita della struttura edilizia: un arco, un architrave in legno, un affresco, una scritta, segni eloquenti di una struttura “cresciuta” in differenti epoche e per bisogni sempre diversi, ma così attuale ancora oggi per ospitare un luogo altamente significativo quale quello museale. E la sottile trama del pavimento in basole “segna” con discrezione il differente orientamento tra la città romana e quella medievale, i cui resti saranno evidenti attraverso due vetrine poste direttamente a filo del basolato.

 Il progetto, quindi, testimonia la continuità di vita del luogo, dal periodo romano ad oggi, e ci offre delle informazioni leggibili attraverso il linguaggio delle pietre e delle murature, evocando in noi delle sensazioni di profondo rispetto, riportandoci ad un passato della città di Pescara che quasi “eroicamente” è riuscito a sopravvivere alle manomissioni di questo secolo. I temi posti dal progetto sono al centro dell’attuale dibattito sul futuro sviluppo della città, ma per dare efficacia all’azione è necessario che questi temi siano patrimonio “condiviso” da parte dei fruitori della città, soprattutto devono essere conosciuti dai futuri cittadini di Pescara, da questo immenso patrimonio di risorse umane, quasi sempre uniformati dalle “griffe” alla moda, potenzialmente ricettivi dei valori del passato e della presa di coscienza della cultura della conservazione, perché “…tutto quello che è stato è o l’essere non avrebbe senso…” (M.Proust).

Allegati

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